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ago 14

Alla GMG… ci siamo presi per mano

La testimonianza di Angela Carrieri e le foto di Luana Ciaccia 

IMG-20160727-WA0018È passata una settimana dal mio rientro in Patria e, ad oggi, faccio ancora fatica a sistemar tutto: diventa difficile decidere quale emozione lasciar sul comodino e quale mettere nello scatolone dei ricordi. Ho deciso di lasciar fuori la bandiera della Polonia che ho scambiato con un ragazzino biondo domenica al termine della S. Messa al Campus Misericordiae e l’ho fissata alla parete del mio studio. Spesso mi ritrovo a fissarla, non posso farne a meno, e tutto torna alla mente.

Penso al Paese che ci ha ospitati per ben 15 giorni, una Nazione segnata dalla Storia, dalle sue pagine più feroci, che ha avuto il coraggio di rialzarsi, di sperare, avere fede nonostante tutto e che ha risposto “SI” all’invito del Papa, ha aperto le porte della sua terra e del suo cuore. Persone dalla carnagione limpida e il sorriso smagliante che hanno fatto dell’“alloggiare il pellegrino” il loro impegno più grande, non limitandosi ad offrire un pasto caldo e un tetto sotto cui riposare, ma donando una famiglia, la loro.

Sono stati 15 giorni ricchi di sorrisi, abbracci, di zuppe e salsicce, lunghe file e catene umane, di silenzi e meditazione, di incontro, confronto, scambio, aiuto, di lunghe scalate e panorami spettacolari, di devozione e canti eseguiti a squarciagola, di mani alzate, cori da stadio e preghiere fatte col cuore, di lacrime di gioia, emozione, paura di dimenticare questi momenti; di lunghe attese ricompensate da parole forti, dall’invito a ad andare oltre le paure che ci paralizzano, ad alzarci da quelle poltrone comode e costruire ponti umani. Parole che ciascuno di noi ha preso sul serio e che, ne sono certa, non resteranno impresse nelle pagine di un diario, ma che prenderanno forma, probabilmente in tempi diversi, ma verrà fuori qualcosa di grande.

Perché non si può rimanere indifferenti a tutto quello che è stato ideato, progettato, realizzato per noi: dalle immagini di Maciej, il grafico di 22 anni che ha lavorato tanto per questa GMG e che è morto di tumore prima di riuscire a incontrare il Papa e vedere i frutti del suo lavoro e della sua devozione adornare le vie di Cracovia, rendendola ancor più bella; all’accoglienza dell’intero popolo polacco, a partire dai bambini che, insieme ai loro genitori, ci hanno offerto acqua e biscotti lungo i 16 km di cammino per raggiungere il Campus Misericordiae, dal sostegno dei numerosi volontari che non ci hanno fatto mancare assolutamente nulla, sempre pronti a correre in nostro aiuto e risolvere i problemi, nonostante la lingua, all’affetto, la vicinanza e la cura dei sacerdoti, i nostri don Vito Castiglione e don Leonardo Sgobba e tutti quelli conosciuti in Polonia (don Mirko, don Luca, etc ) che ci hanno accompagnati in questa esperienza, sostenendoci fisicamente e spiritualmente: sono stati dei veri pastori che hanno saputo prendersi cura del loro gregge (e visti i numeri è proprio il caso di dirlo) senza abbandonare nessuno, fino alla fine, nonostante la stanchezza e gli imprevisti.Ci ho messo una settimana per rimetter insieme i pezzi di questa avventura. Tante immagini sono impresse nel mio cuore e diventa davvero difficile descriverle in poche parole…

Cosa ho fatto in questa GMG? Ho mangiato zuppa con gli americani, dato il 5 a polacchi, svedesi e brasiliani, abbracciato francesi e spagnoli, ballato con i tailandesi, fatto cori da stadio con i portoghesi, … Ma soprattutto ci siamo presi per mano, tutti, e con la fede che ci accomuna abbiamo creato i nostri ponti umani e in un silenzio quasi surreale abbiamo risposto “SI” al Signore, adesso siamo pronti e sempre più consapevoli di quel che vogliamo: essere giovani forti e misericordiosi, portatori di gioia, di luce, di speranza. Così sia.

 

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